La ricotta ha la fama di essere un formaggio leggero e digeribile, sicuramente da preferire rispetto ad altri prodotti derivati dal latte. Rispetto ad altri formaggi, la ricotta in effetti ha poco colesterolo (51 mg per 100 gr di prodotto) e calorie accettabili (174) a fronte di un buon apporto di potassio (105 mg), calcio (207 mg) e proteine (11 gr). Fornisce anche la rara e preziosa vitamina D, indispensabile per fissare il calcio nelle nostre ossa, oltre ad un piccolissimo contenuto di ferro. Di contro la ricotta è particolarmente ricca di sodio, mentre è particolarmente buono l’indice glicemico: appena 30 su 100, il che rende la ricotta un alimento adatto ai diabetici. Ma può la ricotta aiutarci ad abbassare la glicemia?
Glicemia alta, quali cibi evitare e quali scegliere
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Tra le fonti di proteine consigliate a chi soffre di diabete o deve tenere sotto controllo la glicemia per qualsiasi voglia motivo, anche puramente dietetico, troviamo l’albume d’uovo, alcuni formaggi magri tra cui proprio la ricotta, lo yogurt magro e massimo due uova intere a settimana. Sono invece sconsigliati o da limitare il latte parzialmente scremato, i formaggi stagionati e mediamente stagionati e gli yogurt arricchiti anche semplicemente con frutta, in quanto fonti di zuccheri nascosti. La ricotta va consumata non più di 2/3 volte la settimana, regola valida non soltanto per i diabetici ma per chiunque.
Ricotta per abbassare la glicemia, quale prediligere
La ricotta prevede una lunga digestione, per questo mantiene sazi a lungo e fa si che gli zuccheri assunti durante il pasto vengano processati più lentamente, effetto comune a tutte le digestioni che richiedono maggior tempo. Uno studio della Florida State University ha evidenziato come la caseina venga rilasciata in maniera lenta nel corpo. Questo garantisce un apporto lento e costante di amminoacidi. Mangiarla a cena, prima di coricarsi stimola il metabolismo e aiuta a dimagrire. La ricotta da preferire è quella di mucca per una questione di grassi più che di glicemia.