Le clementine sono un agrume ibrido ottenuto dall’incrocio tra mandarino e arancio amaro, conosciuto un tempo come mandarancio. Questo nome è ormai in disuso e tutti conoscono questo frutto come clementine, noto anche per l’assenza di semi e per questo particolarmente apprezzato dai bambini. Si tratta di un ibrido assolutamente naturale, e pare fu scoperto da Fra Clément Rodier nel giardino del suo orfanotrofio in Algeria, e proprio da costui la pianta prese il nome. Le clementine sono apprezzate anche per la loro dolcezza, la polpa dal colore vivace e la ricchezza di vitamina C. Si tratta di frutti utili al contrasto di numerose patologie e malanni di stagione. Ma quante clementine mangiare per abbassare l’indice glicemico?
Clementine e glicemia, quale correlazione
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Le clementine hanno un indice glicemico di 30, quindi considerato basso. E’ comunque importante non mangiarne tante, perché si tratta comunque di frutti zuccherini, soprattutto in caso di diabete. Ma è sufficiente consumarne due al giorno e non di più. Il trucco della nonna prevede di consumarle due ore dopo i pasti principali e soprattutto in caso di diabete è importante consumarli lontano dai pasti per non aumentare i picchi glicemici.
Proprietà generiche delle clementine
Le clementine sono un frutto ricco d’acqua e di vitamine, in particolare la A, la C, le vitamine del gruppo B e la PP. Contengono acido folico e acido citrico, due sostanze che unitamente all’acido ascorbico riescono a rafforzare e proteggere il sistema immunitario. Contengono fibre che hanno il potere di regolare il transito intestinale e far durare il senso di sazietà più a lungo. Questo le rende ideali come spuntino, in particolare nelle diete ipocaloriche. Le clementine sono digeribili e in grado di ridurre i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, oltre ad apportare numerosi minerali come ferro, calcio, fosforo e potassio.