Le mele sono un frutto particolarmente apprezzato date le sue qualità note e meno note, che lo hanno reso il frutto più amato e diffuso, tanto da dare origine al detto “una mela al giorno toglie il medico di torno”. Questo modo di dire non esce dal nulla: la mela ha delle proprietà benefiche veramente per ogni parte del nostro corpo, dalla pelle alla bocca, dall’intestino agli occhi. Le mele sono particolarmente sorbevoli, tanto che la loro raccolta avviene in autunno ma si mantengono tutto l’anno, un po’ grazie alla frigoconservazione, ma in gran parte per propria disposizione. E’ difficile che una mela vada a male, eppure, se notate questi segni, non andrebbero mangiate. Parliamo di condizioni ed effetti opposti che comunque, dovrebbero farci sospettare della nostra mela.
Primo caso in cui le mele non andrebbero mangiate: la mela di Biancaneve
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Una mela troppo perfetta dovrebbe destare alcuni sospetti. Se vedeste delle mele su un albero non trattato, non avreste più dubbi su come nelle mele del supermercato ci sia qualcosa che non va. Le mele in natura presentano piccoli fori, buchi, macchie. Sono soggette a numerose malattie, che non risultano particolarmente incisive ne per l’albero ne per il frutto. Al momento della raccolta, da sempre, si separano i frutti perfettamente integri da quelli parzialmente danneggiati. I primi sono destinati alla conservazione e possono durare, senza cella frigo, anche fino a marzo. I secondi vengono consumati rapidamente. Le mele coltivate a scopo di vendita subiscono numerosi trattamenti, antifunginei e antiparassitari. Alcuni, specialmente quelli contro le muffe e le larve, vengono passati persino in magazzino dopo la raccolta. Come capire se la mela è stata trattata? Se la buccia è eccessivamente lucida, liscia e cerosa, è quasi certo che lo sia. Meglio rimuovere la buccia, anche se è in questa parte che molte delle proprietà si concentrano.
Secondo caso in cui non mangiare la mela: l’ossidazione
Molte volte si preferisce consumare solo metà mela, o uno spicchio, lasciando una parte per dopo. Oppure impieghiamo delle mele in una ricetta e il peso non corrisponde, quindi restiamo con metà frutto. Quando andiamo a riprenderlo per terminarlo, è facile individuare sulla superficie una specie di patina. I bordi della buccia, se presenti, si accartocciano come a voler chiudere la mela, segno di disidratazione della stessa. Questo processo si chiama ossidazione, e richiama sulla superficie tagliata della mela numerosi batteri. Lavarla non sarebbe sufficiente: anche in questo caso meglio tagliare qualche millimetro sotto la superficie e gettare la parte ossidata e, se questa è troppo vasta, gettare l’intera mela. Meglio non correre rischi.