Scegliere cosa mangiare è sempre un eterno dilemma, che si acutizza quando dobbiamo fare i conti con qualche patologia di cui soffriamo noi o uno dei nostri commensali, che sia occasionale o un membro della famiglia. Cosa mettere in tavola se si soffre di diabete. La cena poi rappresenta un momento delicato, che precede il sonno, momento in cui non avremo modo di verificare i livelli di glicemia. Oggi sappiamo che la pasta può essere serenamente consumata anche da chi soffre di diabete di tipo 2, a patto ovviamente di non abusarne. Ma questo vale anche la sera? Posso mangiare pasta a cena con la glicemia alta?
Cena e glicemia alta, via libera alla pasta
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Una porzione di carboidrati a cena è assolutamente permessa, che sia essa pasta, pane o riso. Resta assolutamente esclusa la pizza, in quanto per la sua particolare struttura è in grado di alterare i livelli di glicemia molto a lungo, fino ad 8-9 ore dopo il termine del pasto. Qualunque cereale scegliamo per il nostro pasto serale, è preferibile che sia integrale, poiché in virtù del maggior contenuto di fibre i cereali integrali riescono a regolare l’assorbimento dei livelli di glicemia nel sangue. Le fibre infatti hanno la capacità di dilatarsi a contatto con l’acqua contenuta nello stomaco e così facendo dilatano i tempi di digestione, e dunque anche quelli di assorbimento degli zuccheri e dei carboidrati stessi.
Pasta, come consumarla a cena con la glicemia alta e senza ripercussioni
Se si sceglie la pasta a cena con la glicemia alta, ci sono altri piccoli accorgimenti da adottare per ridurne l’impatto sulla glicemia. Il primo è prediligere la pasta lunga, che vanta un minor indice glicemico rispetto quella corta. L’altro è di scolarla bene al dente: la pasta ben cotta o peggio ancora, troppo cotta, subisce una modificazione degli amidi in essa contenuti. Questi, processati dalla prolungata cottura, divengono più facilmente e velocemente assorbibili, causando un repentino aumento della glicemia. Il terzo consiglio, opzionale, riguarda il condimento della pasta stessa, che non deve andare a gravare sull’indice glicemico dell’intero pasto.