Il cibo in scatola non è mai il massimo della salute o del gusto. Ma è sicuramente comodo e ha indubbi pregi, come quello di permetterci di servire in tavola qualcosa in maniera molto rapida, anche e soprattutto in caso di imprevisti o persone inattese in visita. Insomma, non è l’ideale, ma aiuta, a patto di non farla divenire un’abitudine. Attenzione però al pesce, che è un prodotto molto particolare in ogni suo stato e forma. Purtroppo si tratta anche di uno dei prodotti non particolarmente facili e piacevoli da pulire e preparare, per questo in molti prediligono la forma in scatola. Attenzione però a queste controindicazioni: ecco tre motivi per evitare di mangiare pesce in scatola.
Motivi per evitare o ridurre il pesce in scatola, ecco quali
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Il primo motivo è l’alta percentuale di sale che i prodotti in scatola nascondono. Questa è così alta proprio per migliorare la conservabilità del prodotto: da sempre il sale è un modo per conservare bene e a lungo i cibi. Il sale però ha pericolosi effetti sulla pressione sanguigna. Molto sale equivale spesso a problemi di pressione alta, che rappresenta un fattore di rischio per la salute cardiovascolare. Meglio limitare il consumo di cibi in scatola a non più di 2-3 volte la settimana. Nel caso del tonno in scatola è particolarmente elevato anche il rischio di intossicazione da mercurio. In realtà il rischio è comune anche ad altri pesci: si stima che il consumo di pesce rappresenti il 90% dell’esposizione totale alla contaminazione umana da mercurio.
Pesce conservato si o no
Il pesce in scatola resta una buona occasione di fare il pieno di Omega 3 senza sforzo. D’altra parte non è l’unico modo, ed è bene tenere a mente i rischi del consumo di pesce in scatola. In ultimo le scatolette rilasciano alluminio, problematica questa ovviabile scegliendo prodotti conservati in vetro invece che in scatola. Un’accortezza vorrebbe anche prediligere i prodotti conservati in olio extra vergine di oliva invece che quello in olio di semi, più pregiato e meno raffinato.