La zucchina è un ortaggio tipico della stagione primaverile ed estiva, ideale per apportare minerali e vitamine e facile da cucinare in mille ricette. Per molte persone si tratta di un ortaggio insapore, altri lo adorano. Probabilmente la zucchina è l’ortaggio più saporito, ma proprio grazie alla sua delicatezza è estremamente appressato. Questo ortaggio si può consumare anche crudo, e a patto di lavarla bene, non è necessario privarla della buccia, anzi. E’ nella parte esterna che si trovano il maggior numero di sostanze nutritive e fibre, tutte preziose per il nostro organismo. La zucchina ha un solo rischio, molto raro ma grave: ecco a cosa stare attenti per non avere problemi con la salute.
La zucchina è un ortaggio molto basico e dal sapore neutro: state attenti se le vostre zucchine presentano un sapore amaro. Questo sapore è sintomo della presenza di tossine pericolose che se consumate danno il via ad una intossicazione alimentare non facile da gestire e potenzialmente letale. La tossina in questione si chiama cocurbitacina ed è caratteristica dell’intera famiglia di zucche e zucchine. E’ presente nella pianta così da difenderla dagli animali selvatici. Le varietà commestibili sono state selezionate affinché i frutti ne fossero privi. C’è sempre il rischio che qualche seme sia il risultato di una impollinazione incrociata con un’esemplare selvatico o di zucca ornamentale. In questo caso i frutti potrebbero includere questa tossina pur essendo, d’aspetto, identici agli altri.
Nel caso di zucchine amare dunque, meglio buttarle via, anche se già cucinate. Non esiste un’antitossina e i sintomi vanno dal semplice mal di stomaco, mal di pancia, nausea, mal di testa fino ai sintomi neurotossici quali confusione, annebbiamento, paresi, isteria e coma. Le normali zucchine apportano invece solo benefici. Ricche di fibre, riducono l’assorbimento di glicemia e colesterolo, aiutando l’espulsione di quest’ultimo. Le zucchine favoriscono il senso di sazietà, riducono la costipazione e impediscono la formazione di placche nelle arterie, riducendo il rischio di infarti ed ictus.
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