Le nespole sono un frutto disponibile a partire dalla primavera a seconda della zona di coltivazione. Con la parola nespole ci stiamo riferendo al frutto di Eriobotrya Japonica, o Nespolo Giapponese. E’ bene specificarlo perché questo frutto ha quasi completamente soppiantato le nespole per come le conoscevano i nostri nonni, in cui la parola evocava in realtà il nespolo germanico. Quest’ultimo non è coltivato a scopi commerciali perché i suoi frutti necessitano di terminare la maturazione nella paglia. Questo processo, chiamato ammezzimento, è lento e laborioso per cui non ci sarebbe gran mercato. Le Nespole giapponesi invece sono commestibili appena colte dall’albero, molto succose e dolci. Forse troppo, quindi è normale chiedersi: i diabetici possono mangiare le nespole?
Le proprietà delle nespole
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Le nespole sono conosciute soprattutto per le loro proprietà astringenti, superiori persino a quelle del limone, utilizzato in genere come rimedio di emergenza. Meglio non abusarne quindi, per evitare di inibire il transito intestinale. Sono ricche di Vitamina A, B e C oltre che una grossa fonte di sali minerali. Sono frutti dissetanti e diuretici essendo composti all’87% da acqua, e apportano soltanto 47 calorie ogni 100 gr di prodotto.
Le nespole contengono inoltre una fibra solubile chiamata pectina, utilizzabile come addensante naturale in confetture e composte, che svolge un’azione protettiva nei confronti del colon, prevenendo l’insorgenza del cancro.
Nespole e diabete, ecco la verità
I diabetici pensano spesso di dover eliminare ogni tipo di frutta a causa del grado zuccherino di quest’ultima, ma in realtà se assunta entro le dosi consigliate la frutta non apporta nessun problema di glicemia. Le nespole non fanno differenza, e possono essere consumate dai diabetici, a patto da non essere inserite all’interno di un pasto già ricco di carboidrati. Insomma quello a cui fare attenzione non è mangiare o non mangiare nespole, ma a tutto il resto degli alimenti che possono aver influito sulla nostra glicemia.