Le nespole sono un gradevolissimo frutto particolarmente dolce. Per questo si potrebbe erroneamente pensare siano vietate in caso di diabete o glicemia alta. In realtà le nespole sono concesse anche a chi soffre di diabete, ovviamente con misura. Il quantitativo massimo di frutta consentita giornalmente è di ca. 150/200 gr, da dividere magari tra diversi frutti. Il loro indice glicemico è di 55, effettivamente leggermente alto rispetto alla media di altri frutti. Sono però ricche di potassio (260 mg) di fosforo (28 g). Le nespole apportano anche vitamina A, vitamina C e beta carotene, un prezioso antiossidante. Ecco come e quando mangiare le nespole in caso di diabete e a cosa prestare attenzione.
Per cominciare è bene indentificare di quale frutto stiamo parlando, ovvero del nespolo giapponese, ora assai più diffuso del suo omonimo europeo, il nespolo germanico. Questo secondo frutto è stato oramai del tutto soppiantato dal primo, che una volta era molto presente nelle nostre campagne. Caduto in disuso a causa della necessità di far ammezzire i suoi frutti in fruttaio o nella paglia prima del consumo, poiché non immediatamente fruibili alla raccolta, il nespolo germanico è oramai incluso tra i frutti minori. La dolcezza e l’immediata disponibilità del nespolo giapponese, oltre alla sua precoce maturazione -che avviene in primavera, in anticipo rispetto la maggior parte della frutta- ha fatto si che questo frutto diventasse molto amato. Grazie al loro apporto di fibre le nespole sono di aiuto nel tenere a bada la glicemia.
Le nespole sono particolarmente utili a chi soffre di problemi renali, tra cui calcoli, iperuricemia e gotta, in quanto particolarmente diuretiche. Questo le rende anche un prezioso alleato per la pelle e contro la cellulite. Un moderato contenuto di amigdalina le rende preziose anche per il fegato. Sono inoltre poco caloriche (28 calorie ogni 100 gr di prodotto). Sono anche tra i frutti maggiormente ricchi di antiossidanti. Attenzione però a questa unica controindicazione: i noccioli sono molto ricchi di amigralina, una sostanza in grado di liberare acido cianidrico all’interno dello stomaco. E’ indispensabile perciò evitarne l’assunzione, avendo cura di separare con cura la polpa dai semi.
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