La questione sul momento più opportuno per consumare la pasta se si ha la glicemia alta rappresenta una delle domande più diffusissime a cui medicina ed alimentazione cercano di rispondere. Anche se è universalmente amato, il piatto simbolo della cucina italiana presenta un’alta concentrazione di carboidrati, che può influenzare il tasso di zucchero nel sangue, divenendo un dilemma per i diabetici o per chi è a rischio di diabete.
I carboidrati contenuti nella pasta dopo essere stati consumati si trasformano in glucosio, andando ad alzare così la glicemia. Ecco perché persone con diabete o pre-diabete si interrogano sulla facciata “pasta” per mantenere sotto controllo i loro livelli di zucchero nel sangue.
La risposta, fortunatamente, non è un categorico no, ma un “dipende”. Secondo diversi studi tra cui uno pubblicato su ‘Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases’, la quantità di pasta consumata e l’orario di assunzione possono fare la differenza.
Non si tratta di eliminare completamente la pasta dal proprio regime alimentare, ma di gestire attentamente le porzioni. Secondo le linee guida dell’American Diabetes Association, un pasto equilibrato per un diabetico dovrebbe includere non più di 45-60 grammi di carboidrati, il che equivale a circa 60-85 grammi di pasta secca. Rispettare queste dosi può contribuire a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.
Un’indagine condotta dal San Raffaele Hospital di Milano ha rivelato che l’orario di assunzione della pasta può influenzare i livelli di glicemia. La ricerca sostiene che mangiare la pasta a pranzo anziché a cena aiuta a mantenere i livelli di zucchero nel sangue più stabili.
La pasta, in particolare quella al dente e di buona qualità, ha un indice glicemico medio-basso. Questo significa che rilascia gradualmente gli zuccheri nel sangue, evitando picchi glicemici improvvisi.
Un’alternativa per mantenere sotto controllo la glicemia potrebbe essere quella di optare per la pasta integrale. Quest’ultima, infatti, risulta avere un indice glicemico più basso rispetto alla pasta tradizionale, grazie al suo contenuto di fibre che rallentano l’assorbimento dei carboidrati.
La verità sui carboidrati e la glicemia è meno scontata di quanto si possa pensare. La pasta può essere parte di una dieta equilibrata anche per chi ha problemi di glicemia. In questo caso, come in molti altri, il segreto sta nell’equilibrio: moderazione nelle quantità, attenzione all’orario di assunzione e, quando possibile, scelta di alimenti con indice glicemico basso, possono fare davvero la differenza.
Riferimenti:
1. American Diabetes Association. “Carbohydrate Counting.” www.diabetes.org.
2. “Pasta Consumption and Metabolic Syndrome: Results from an Italian Cohort.” Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases, 2018.
3. “Pasta Lowers Fasting Blood Glucose and Improves Metabolic Control in Type 2 Diabetes.” San Raffaele Hospital, Milan, Italy.
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