L’autunno è anche tempo di castagne, ed è una gioia poterle raccogliere da se -oltre che estremamente vantaggioso dato l’elevato costo di questo frutto. Attenzione però a non confondere le castagne che trovate in terra con i frutti dell’ippocastano. Capita infatti, soprattutto in città, di vedere queste invitanti castagne in terra, prive del loro riccio, e per chi non conosce l’esistenza di queste due specie può capitare di etichettarle sempre e comunque come castagne commestibili. La differenza più evidente tra i due frutti risiede proprio nel riccio: quello degli ippocastani è verde e presenta degli spuntoni carnosi, mentre quello delle castagne è marrone e spinoso, ricco di aculei. Il frutto dell’ippocastano, noto come “castagna matta” si presenta rotondo, grosso e lucido, a differenza delle castagne che hanno un ciuffo apicale e sono generalmente più opache.
I nostri nonni solevano dire che se si tiene in tasca una castagna matta, questa è in grado di proteggerci da raffreddore e influenza. Ma com’è nata questa curiosa idea? Probabilmente dal fatto che la castagna matta contiene escina, una sostanza che veniva utilizzata per curare i cavalli. Questa sostanza appartiene alla famiglia delle saponine e vanta proprietà antinfiammatorie, vasocostrittrici e vasoprotettrici. Per essere impiegata ad uso umano però viene però purificata e resa idonea all’uso orale o endovenoso. Consumare i frutti dell’ippocastano da cui questa sostanza è tratta è pericoloso, vediamo perché.
Le castagne matte se ingerite provocano una grave intossicazione, che può causare addirittura lesioni permanenti all’intestino o ai reni. Nei casi meno seri le saponine causano comunque vomito, diarrea, irritazione allo stomaco, dolori addominali, nausea e irritazione alla gola. La gravità dell’intossicazione varia a seconda di quante castagne matte vengono ingerite. Difficile comunque rischiare di farne una scorpacciata senza accorgersi dell’errore: a differenza delle comuni castagne, dolci e piacevoli, le castagne matte sono amare e se cotte in acqua sprigionano cattivo odore.
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