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Il trend dell’estate italiana è la #winecation: intervista al presidente del Movimento Turismo del Vino

     

    L’estate 2021 entra nel vivo e, con essa, anche le proposte legate al turismo enogastronomico in Italia. Un trend in crescita ormai da alcuni anni che, a causa della pandemia, si sta trasformando profondamente. Le difficoltà e le limitazioni nei viaggi internazionali, ad esempio, hanno ridotto il flusso di turisti stranieri in Italia e, allo stesso tempo, hanno stimolato gli italiani a esplorare la Penisola. Il turismo di prossimità, ovvero la scoperta di proposte vicino a casa, è diventata una necessità anche per le aziende vinicole che, prima del Covid-19, avevano conquistato un importante spazio nel mercato.

    L’enoturismo in Italia, dunque, ha risposto alla crisi sviluppando soluzioni innovative, ad esempio per realizzare le degustazioni online per rivolgersi anche a un pubblico fisicamente distante, e piattaforme web per prenotare in piena sicurezza una visita in cantina come Vitinera. Riparte anche il Movimento Turismo del Vino, associazione non profit che unisce oltre 1000 cantine in tutta la Penisola, e organizzatrice di numerose iniziative culturali legate all’avvicinamento al mondo della viticoltura e della degustazione. Per il 2021, la parola d’ordine è “winecation”, un mix tra wine e stayificaion (ovvero restare): abbiamo chiesto a Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino, che cosa si intende e cosa ci si aspetta per i prossimi mesi.

    Movimento Turismo del Vino, l’estate 2021 all’insegna della winecation 

    Nato nel 1993, il Movimento Turismo del Vino è un’associazione di viticoltori che si differenziano proprio per l’apertura al pubblico e la scelta di investire sull’enoturismo in Italia di qualità. Selezionati proprio in virtù delle capacità di accoglienza, le oltre 1000 aziende in tutto il Paese organizzano attività, convegni, iniziative per far conoscere il mondo del vino a chiunque ne sia appassionato.

    presidente mvoimento turismo vino

    © Movimento Turismo del Vino

    Dopo un altro inverno fortemente segnato dalla pandemia, si parla nuovamente di turismo e anche di turismo enogastronomico. Qual è lo stato di salute del settore all’inizio di questa estate e quali le aspettative per i prossimi mesi?

    N.D.: “Solo qualche numero: 2,65 miliardi di euro di fatturato e 15 milioni di enoturisti stimati secondo il 16esimo Rapporto sul Turismo del Vino, numeri che esprimono concetto di enoturismo in Italia pre-pandemia.

    Chiaramente le cose ora sono cambiate, i grandi numeri non sono più possibili. Le aziende si sono ricalibrate su piccoli gruppi di enoturisti e su più appuntamenti distribuiti nel tempo. Le parole chiave per il rilancio del Movimento sono quindi qualità, moltiplicazione degli appuntamenti, numeri ridotti e ben gestiti e destagionalizzazione. Il che significa che eventi come l’imminente Calici di Stelle, di grande richiamo mediatico, restano punti di riferimento, ma ci teniamo a dire che in cantina, in vigna, ormai si può venire tutto l’anno.”

     

    Che tipo di flusso turistico vi aspettate? Si parla di “winecation”, neologismo che coniuga il mondo del vino con il concetto di “staycation”. Che cosa significa e perché è importante dal vostro punto di vista?

    N.D.: “Il nostro è un turismo slow, improntato sulla scoperta e sulla conoscenza che affascina un numero sempre più elevato di appassionati, neofiti e semplici curiosi, universalmente riconosciuti come ‘visitatori’. Il tutto con ampie ricadute sull’indotto territoriale, dalle strutture ricettive e di accoglienza al patrimonio culturale.

    Il neologismo winecation è stato scelto proprio per richiamare il trend della staycation e dunque della vacanza di prossimità per scoprire o riscoprire il fascino dei territori vitivinicoli più vicini, attraverso iniziative ad hoc. È un’idea che unita alla destagionalizzazione degli appuntamenti, che abbiamo inaugurato con il nuovo format di Vigneti aperti (ovvero delle iniziative ed esperienze legate al vino svolte in piccoli gruppi e all’aria aperta, ndr), consente una fruizione più facile della breve vacanza a poca distanza da casa e last minute. Con Vigneti Aperti, poi, chi desidera approfondire la propria conoscenza può toccare con mano tutte le fasi del lavoro in vigna… Una vacanza formativa.”

    Il rapporto tra turismo del vino a turismo di prossimità è una novità?

    N.D.: “In qualche modo possiamo dire di sì, è una novità. Come sempre è accaduto in passato si tendeva a visitare mete più lontane pensando che ciò che era più vicino a casa fosse sempre disponibile e facile da raggiungere, quindi da rimandare per altre occasioni. Se possiamo dire che la terribile situazione abbia avuto qualche merito è proprio quello di aver spostato l’attenzione delle persone sull’offerta di prossimità. Un’occasione anche per noi produttori di fidelizzare, attraverso formule di accoglienza all’altezza, i nostri ‘vicini di casa’.”

    enoturismo italia concetto

    Ozgur Coskun/shutterstock.com

    Chi è, nel 2021, il turista del vino in Italia?

    N.D.: “Gli italiani sono giovani e curiosi. La fascia principale di età è tra i 25 e i 35 anni. A seguire i 40-50 enni. Uomini e donne in egual misura, molto attenti perché si informano molto, soprattutto sul web e i canali social. Ora riapriremo all’estero e ci attendiamo un ritorno dei turisti enogastronomici internazionali. Dal punto di vista anagrafico e di passioni, sostanzialmente sono piuttosto simili a quelli italiani, ma chi viene dall’estero è fortemente motivato anche dall’offerta turistico-culturale. Ma l’enogastronomia e il vino fanno da linea guida.”

    In alcune Regioni d’Italia sono ripartite anche delle iniziative ormai classiche come “Cantine Aperte”. Com’è andata, nonostante le restrizioni?

    N.D.: “Siamo appena usciti da un periodo difficilissimo e fino a pochi mesi fa la ripresa delle visite in cantina sembrava un miraggio. Poi abbiamo avviato un ripensamento obbligato delle modalità di turismo in vigna, in primo luogo improntato alla tutela massima della sicurezza per chi accoglie e chi visita. La prenotazione obbligatoria e il numero contingentato di ospiti ha certamente ridotto il numero di visitatori, ma anche elevato la qualità degli stessi. Visitatori che, soddisfatti dell’ospitalità, si sono rivelati una potente cassa di risonanza positiva e hanno determinato un importante effetto di passaparola. Questo è quanto abbiamo potuto constatare con il doppio appuntamento di maggio e di giugno di Cantine Aperte, evento clou del Movimento. Assai gradito il bis sia dai vignaioli che dal pubblico; dunque, tirate le somme, in due weekend abbiamo raggiunto un alto numero di visite e una soddisfazione qualitativa davvero elevata da entrambe le parti. Abbiamo dunque compreso come da condizioni di necessità possano emergere nuovi comportamenti che possono determinare la differenza.”

    I vigneti e le aziende, dunque, sono aperti e sono molte le iniziative in programma per i prossimi mesi. Che tipo di regole bisogna seguire per poter visitare una cantina o partecipare a una degustazione?

    N.D.: “Abbiamo stabilito da subito l’obbligo di prenotazione, che ovviamente ci consente di limitare i numeri, in cantina e in vigna non si entra. Poi le regole sono quelle da seguire dappertutto: mascherina, distanziamento, disinfezione.”

    L’enoturismo è, quindi, pronto a ripartire in sicurezza per offrire a un turista vicino sempre più risorse e strumenti per conoscere un mondo interessante che, spesso, è a due passi da casa.

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