In Italia ci sono circa 112 mila imprese al femminile nel settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, circa il 30% del totale, e si preparano a continuare a lavorare, riaprire le attività, ma non soltanto. Ne abbiamo parlato con Valentina Picca Bianchi, presidente di Donne Imprenditrici di FIPE-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che non ci descrive soltanto una situazione di grossa difficoltà per il settore, ma soprattutto la volontà di continuare a lavorare e investire su progetti che guardino al futuro. Scopriamolo insieme.
Donne ristoratrici dopo la pandemia, tra anti-fragilità e nuovi progetti
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Il 2020 è stato un anno molto difficile per l’intero settore della ristorazione che, come conferma il rapporto redatto proprio da FIPE-Confcommercio, ha comportato la perdita di circa 514 mila posti di lavoro e una sensibile contrazione del fatturato per il 97% delle imprese.
Le donne imprenditrici – ma anche quelle che lavorano in ristoranti, bar e trattorie – hanno subito pesantemente il contraccolpo di questa crisi e hanno trovato nel gruppo guidato da Picca Bianchi un supporto e uno spazio di confronto. Come ci spiega la presidente, le parole chiave del presente e del futuro non sono né “ripartenza” né “resilienza”. Preferisce parlare di “anti-fragilità” e porre l’accento sui progetti in essere per sensibilizzare i lavoratori e le lavoratrici del settore a temi sociali di più ampia portata, come la lotta contro la violenza di genere.
Dopo essersi fatta promotrice dell’attivazione di uno “Pronto? Ci sono”, sportello psicologico per i ristoratori e averne inaugurato uno specifico rivolto alle lavoratrici del settore, Picca Bianchi e il gruppo di Donne Imprenditrici di FIPE punta sulla sicurezza. Con il progetto “Sicurezza Vera” si vuole rendere i pubblici esercizi, distribuiti in maniera capillare sul territorio, un punto di riferimento e di formazione contro la violenza. Bar, ristoranti, trattorie e tutte le altre strutture possono svolgere un ruolo fondamentale nel contrastare la violenza perché sono vicini alle persone, e gli avventori grazie al progetto troveranno degli adesivi informativi di sensibilizzazione. E non soltanto, da qui al 2023 in oltre 20 città italiane verranno organizzati convegni formativi e divulgativi, iniziative di sensibilizzazione insieme alla Polizia di Stato, partner del progetto.
Come conclude l’intervistata, il fine è che tutti i pubblici esercizi possano diventare “sentinelle di legalità, sicurezza e socialità”, come messaggio per la ripartenza, al femminile, del settore.
L’articolo I pubblici esercizi come presidi di legalità contro la violenza di genere: l’intervista alla presidente delle Donne Imprenditrici di FIPE sembra essere il primo su Giornale del cibo.