Se amate raccogliere le erbe spontanee, o se durante una passeggiata in montagna lo avvistate, non perdete l’occasione di assaggiare il farinello, noto anche come Buon Enrico. E’ una pianta erbacea annuale il cui nome scientifico è Chenopodium album, diffusa in tutta Italia e assolutamente sicura da mangiare. Si tratta di una delle tante piante alimurgiche disponibili sul nostro territorio e ricca di numerose proprietà. Tra le più peculiari contenute dal Farinello troviamo la betalaina, un composto antiossidante persino più potente della vitamina E, in grado di contrastare lo stress ossidativo e l’invecchiamento.
Proprietà e benefici nel Farinello o Buon Enrico
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Sembra che la pianta debba il suo secondo nome al Re Enrico di Navarra che, durante un periodo di carestia, aprì i giardini reali affinché la popolazione potesse approvvigionarsi delle erbe spontanee che vi crescevano rigogliose. E’ una pianta ricca di vitamina B1 e ferro, utile in caso di anemia ed astenia. Contiene anche saponine ed acido ossalico, per cui è meglio evitare di consumare il farinello in caso di calcoli renali, gotta e dolori reumatici. Ha proprietà vermifughe e carminative, aiuta la digestione ed è antinfiammatoria.
Usi in cucina
Con il farinello è possibile preparare un gustoso risotto. E’ sufficiente lavare bene le foglie e spezzettarle, tostare il riso in un tegame dal fondo alto con poco olio e, una volta caldo, aggiungere il nostro farinello e il doppio del peso del riso in acqua fredda. Una volta che tutta l’acqua sarà assorbita, basterà aggiungere sale e pepe a piacere. Il farinello è commestibile anche crudo, aggiunto alle insalate, o servito come verdura lessa o, ancora, come ripieno dei ravioli. Ha un discreto apporto proteico (3.9%) e pochissimi grassi (0,76%) ed in passato ha rappresentato una vera risorsa in campo alimentare. Oggi vale la pena riscoprirlo grazie al suo sapore delizioso.