Anche se la vox populi ultimamente ne dice male, il glutine è una sostanza molto utile per il nostro organismo. Contiene proteine e nutrienti utili al nostro organismo, anche se a causa della sua viscoelasticità è bene non abusarne. In effetti glutine viene dal latino gluten, colla, e un eccesso di questa sostanza può rivelarsi dannosa per l’intestino. Se ci si attiene al consumo di una porzione di alimenti contenenti glutine al giorno, si possono godere dei vantaggi dei cereali senza effetti collaterali. I cereali apportano vitamine del gruppo B, indispensabili a fornirci energia, oltre ad altri micronutrienti e minerali come ferro, magnesio, acido folico e fibre.
Dieta senza glutine, quando seguirla e quando no
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Dunque non bisognerebbe scegliere un’alimentazione priva di glutine senza un reale fondamento, pena il rischio di soffrire di carenze nutrizionali. Chi elimina il glutine è bene che soprattutto all’inizio si faccia seguire da un professionista che suggerisca un’alimentazione adeguata per integrare gli elementi prima assunti attraverso i prodotti contenenti glutine. Il rischio senza una corretta integrazione è di veder aumentate le proprie possibilità di soffrire di sindrome metabolica, osteoporosi e patologie cardiovascolari. Non c’è da porsi il dubbio invece quando si è in presenza di celiachia o di sensibilità al glutine.
Celiachia, quando togliere il glutine è un obbligo
Non bisogna confondere la sensibilità al glutine con la celiachia. La prima è una reazione avversa all’assunzione di cibi contenenti glutine con sintomi lievi. La celiachia è una risposta autoimmune che si scatena nell’organismo a contatto con il glutine, con il conseguente danneggiamento della mucosa intestinale, che compromette l’assunzione di tutti gli altri nutrienti. I sintomi dunque possono essere carenze vitaminiche e minerali, malassorbimento, nausea, stipsi o diarrea, vomito. Ma i sintomi possono essere anche extra-intestinali e causare dermatiti erpetiformi o persino sintomi neurologici.