Il colesterolo è una sostanza in parte prodotta dal nostro stesso organismo, perché funga da mattone fondante di tutte le cellule del nostro corpo. In parte però viene introdotto con l’alimentazione e, prestando attenzione a cosa mangiamo, possiamo ridurre il colesterolo del 10-15%. E’ di particolare importanza cosa mangiamo la sera, in quanto è durante la notte che il nostro organismo produce il colesterolo. Il corpo quindi può trovarsi a gestire un eccesso di questo lipide. La sera quindi è bene prevedere un pasto ricco di verdura, frutta, oli vegetali e noci, entrambi ricchi di grassi polinsaturi, ma soprattutto cereali integrali, tra cui spicca la crusca. Con il loro contenuto di fibre riescono infatti a ridurre l’assorbimento di colesterolo a livello intestinale, mentre gli acidi grassi buoni promuovono la rimozione di questo grasso dal tratto gastrointestinale. In questo panorama, dove collocare le patate?
Le patate sono un alimento controverso: sono vegetali, ma appaiono sempre un po’ troppo “ingombranti” sotto il profilo della salute. Sono gustose, ma caloriche, hanno un indice glicemico troppo alto e per questo fanno ingrassare. Restano comunque un buon alimento, composto da 80% di acqua, 1,9 gr di proteine, e solo 0,1 g di grassi. Apportano anche 1,8 gr di fibre, a fronte certo di una elevata percentuale di calorie: ne contengono ben 77 ogni 100 gr di prodotto. Un dato variabile però, a seconda del metodo di cottura. Bollite infatti, le patate arrivano ad 87 calorie, mentre al forno raggiungono i 92. E fritte? Ebbene, le calorie schizzano a 276, mentre i grassi salgono a 15,5 g. Nonostante questo, le patate al naturale non apporterebbero colesterolo. Il problema risiede proprio nella frittura.
Una volta fritte le patate contengono tanto colesterolo a seconda del tipo di grasso in cui sono stante fritte. Nel caso dell’olio di girasole, ad esempio, si parla di 18-26 mg di colesterolo per kg. In questo modo le patate divengono insalubri anche per chi già non soffra di colesterolo alto, diventando deleterie per il sistema cardiocircolatorio e predisponendo a diabete ed obesità.
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