I legumi sono per tutti una fonte proteica e nutrizionale estremamente preziosa. Ma questo vale soprattutto per i diabetici, per cui mangiare carne non è la scelta più benefica. I legumi, con il loro basso indice glicemico e la loro versatilità, rappresentano una valida alternativa in caso di glicemia alta. Possono essere consumati liberamente in caso di diabete, ovviamente in base al fabbisogno energetico di ognuno, che è sempre individuale. A spanne possiamo individuarlo intorno ai 30 gr di legumi secchi o 100 gr di quelli freschi. Ma cosa succede se mangi legumi con la glicemia alta?
Mangiare legumi con la glicemia, ecco gli effetti
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Molte persone tendono a considerare i legumi come una verdura, ovvero come un contorno. Invece possono tranquillamente essere la portata principale e, in abbinamento con un cereale, persino un pasto completo. I legumi sono in grado di rallentare l’assorbimento di tutti i carboidrati assunti all’interno dello stesso pasto, evitando che il glucosio si riversi rapidamente nel sangue, causando picchi glicemici a fine pasto. L’iperglicemia a sua volta ha effetti negativi sulla circolazione sanguigna e può provocare complicanza cardiovascolari, a cui i diabetici debbono sempre prestare massima attenzione.
Mangiare legumi ha un benefico effetto anche contro le crisi dovute ad ipoglicemia, ovvero la precipitosa caduta di zuccheri nel sangue tra un pasto e l’altro, con conseguente verificarsi di attacchi di fame.
Legumi, come e quando consumarli
Secondo la società Italiana di Diabetologia è opportuno consumare legumi almeno tre volte la settimana, il che ha il potere di ridurre anche il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in persone sane. Esistono moltissimi tipi di legumi tra cui scegliere: fagioli bianchi, rossi, borlotti, ognuno di questi a sua volta rappresentato in numerose varietà. E ancora lenticchie verdi e rosse, piselli freschi o secchi, fave, ceci e cicerchie… c’è davvero l’imbarazzo della scelta e nessuna è preferibile ad un’altra. I legumi favoriscono il transito intestinale, saziano a lungo e hanno un’azione benefica sui livelli di trigliceridi nel sangue, oltre al potere di abbassare il colesterolo cattivo. Insomma, vale davvero la pena aggiungerli alla nostra alimentazione, di qualunque tipo sia.