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Cosa succede a chi mangia pesche e acqua con il colesterolo alto, ipertensione e glicemia alta? Incredibile

Le pesche sono un frutto estivo ed autunnale particolarmente dolce e succoso. Sono conosciute sin dai tempi antichi come potente vermifugo, per il loro potere detossinante e diuretico e per il loro potere energizzante. Ricche di fibra, in grado di assorbire l’acqua ed aumentare di volume, sono un frutto particolarmente saziante.

Pesche

Proprietà e benefici delle pesche

Le pesche hanno il potere di ridurre il colesterolo nel sangue, grazie al loro contenuto di composti fenolici in grado di legarsi agli acidi biliari e favorirne l’espulsione. Di conseguenza contribuiscono a mantenere le vene sgombre e garantire una buona circolazione sanguinea, prevenendo patologie cardiovascolari come infarto ed ictus.
Sono ricche di antiossidanti, utili a prevenire l’invecchiamento e favorire la rigenerazione cellulare. Questo beneficio è particolarmente visibile dall’aspetto della nostra pelle, che può trarre grande giovamento dall’introduzione delle pesche nella dieta. Ma i benefici si estendono anche a tutti i processi invisibili del nostro corpo.
Le pesche sono utili anche in caso di dieta, grazie al loro potere saziante e il basso valore energetico, che ne fa un frutto quasi dietetico, nonostante il grado zuccherino. Garantiscono anche un pieno di vitamine tra cui la A, preziosa per la vista, e la C, capace di aumentare l’assorbimento del ferro da parte del nostro corpo.

Ipertensione e diabete: le pesche si possono mangiare?

Le pesche possono essere di grande aiuto contro l’ipertensione, anche grazie agli alti contenuti di potassio, di cui la pesca è tra i frutti più ricchi: ben 333 mg ogni 100 di prodotto, corrispondente al 10% del valore giornaliero raccomandato. Il potassio è responsabile dell’equilibrio di liquidi ed elettroliti nel corpo e una sua carenza si manifesta di frequente con stanchezza cronica e ipertensione.
Nonostante la loro accentuata dolcezza le pesche possono aiutare a tenere sotto controllo il diabete e la resistenza all’insulina. Hanno però un discreto indice glicemico, pari a 56, non particolarmente alto ma da tenere in considerazione nello stabilire cos’altro mangiare all’interno dello stesso pasto.

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