La pasta è il cibo più amato dagli italiani: non è solo uno spot pubblicitario, in Italia si consumano 23 kg pro capite l’anno, contro, ad esempio, i 17 della Tunisia. Inoltre si tratta di consumi in aumento. Forse non è solo amore: la pasta è un alimento saziante, che costa poco, ed è apprezzato da tutti. Si può preparare con poco sforzo e basta variare il condimento per avere l’impressione di mangiare sempre cose diverse.
Ma cosa succede a chi mangia pasta e beve acqua, quali effetti si producono per il cuore e per la glicemia alta?
E’ necessario fare una distinzione tra pasta fresca e pasta secca. Con la prima si intende la pasta fatta in casa, o quella acquistabile nei pastifici freschi o nel banco frigo dell’alimentari, spesso contenente uovo (anche se non sempre). Per pasta secca si intende invece la più diffusa pasta di semola di grano duro, che fornisce ben 371 kcal per 100 gr di prodotto, ed è composta all’82,9% da carboidrati, per il 13,7 % da proteine e dal 3,4% di grassi.
Spesso condannata da un punto di vista dietetico, in realtà la pasta sembra avere un moderato effetto velocizzante sul metabolismo, Ha un’azione rilassante ed aiuta a combattere lo stress.
La pasta è povera di sodio e ricca di fibre e questo, a patto di non eccedere con il condimento, la rende un alimento amico del cuore. Aiuta a contrastare le malattie cardiovascolari.
Riguardo la glicemia, la pasta da preferire è quella lunga: i formati corti hanno un indice glicemico più elevato rispetto agli spaghetti. L’altro contenuto di fibre fornito dalla pasta, se si ha cura di bere introducendo nel nostro organismo abbondante acqua, hanno l’effetto di dilatarsi, aumentando il senso di sazietà e facendolo durare a lungo. Per effetto della distensione delle fibre in acqua si ottiene anche un rallentamento dell’assorbimento degli zuccheri. Questo è un valido aiuto per abbassare i livelli di glicemia, ma attenzione: la pasta deve essere al dente, perché più aumenta la cottura maggiore è l’indice glicemico di questo prodotto.
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