La glicemia alta è un problema non solo per chi soffre di diabete, ma anche per chi vuole controllare la linea e per la salute di tutto il corpo in generale. Quando ingeriamo troppi zuccheri e la nostra insulina è insufficiente a processarli, questi vengono tramutati in grasso dal nostro corpo. Per questo la glicemia dovrebbe essere considerata anche da chi vuole perdere o mantenere il peso e non solo in caso di patologie conclamate. Inoltre livelli costanti di glicemia alta sono causa stessa del diabete di tipo 2, le cui conseguenze pesano enormemente anche sul cuore e sull’apparato cardiocircolatorio. Una buona alimentazione può aiutarci a tenere i livelli di glicemia sotto controllo e a prevenire numerose malattie metaboliche.
Cosa mangiare e cosa evitare per la glicemia alta
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Ma cosa mangiare dunque per mantenere la glicemia sotto i livelli di guardia ed evitare che pregiudichi, infine, anche la salute del cuore? La base di una buona alimentazione dovrebbe essere costituita da frutta e verdura, seguite da cereali, preferibilmente integrali. Quindi il pane è un alimento ammesso, ovviamente senza esagerare, e scegliendo quello integrale, più ricco di fibre ed in grado quindi di influenzare la velocità con cui gli zuccheri vengono digeriti, trasformandosi in glicemia. Per quanto riguarda il caffè, sarebbe bene non consumarlo subito dopo i pasti. Questa bevanda ha la capacità di aumentare i livelli di glicemia del sangue, in maniera percentuale rispetto a quanto ingerito e al momento del pasto. Assumendo caffeina infatti, la glicemia può aumentare del 9% dopo colazione, del 15% dopo pranzo e del 26% dopo cena.
Quando e come assumere caffè per tenere a bada la glicemia alta?
Meglio dunque concederci il nostro caffè la mattina o nelle pause, slegando questo momento dai pasti. Mangiare del pane insieme al caffè invece può rivelarsi utile, proprio grazie al suo apporto di fibre, in grado di modulare i livelli di glicemia. Quindi pane e caffè possono essere un buon abbinamento, tanto che una volta, in tempi di magra, era una colazione abituale. Chissà che i nostri nonni non la sapessero più lunga, o che istintivamente non percepissero questa semplice abitudine come salutare. Provare per credere.