In caso di diabete non tutti i formaggi sono particolarmente indicati, quindi è difficile parlare di formaggio in modo generico. Quello con l’indice glicemico più basso è sicuramente la ricotta, che ha un IG di 30, e alcuni formaggi spalmabili. Meglio evitare invece i formaggi stagionati, e limitare i formaggi semi-stagionati a pasta dura. Alcuni studi hanno evidenziato come un alimentazione in cui siano presenti prodotti latto-caseari possa ridurre l’insorgenza di diabete di tipo due. Questi studi si sono concentrati su un campione di 27.000 persone registrando un calo del 23% del rischio di sviluppare questa malattia. Ma cosa succede se si mangia formaggio con la glicemia alta?
Formaggio e glicemia
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Per molti è difficile rinunciare al formaggio, sia perché si pensa ancora che sia un elemento indispensabile al fabbisogno di calcio -in realtà questa sostanza si può introdurre benissimo attraverso numerosi altri altimenti- sia per gola o abitudine. I diabetici dovrebbero rivolgere la propria attenzione verso i formaggi magri, contenenti tra il 10% e il 25% di grasso o con percentuali anche inferiori. In base all’indice glicemico si può intuire quale impatto può avere il formaggio sull’innalzamento della glicemia. E’ bene non abusare di questo prodotto, ed inserirlo in un pasto contenente molte fibre e magari cominciando con un antipasto a base di verdure a foglia verde.
Il formaggio e i suoi effetti sul cuore
Quanto agli effetti sul cuore, i formaggi sono prodotti abbastanza grassi e ricchi di colesterolo, non particolarmente benefici per l’apparato cardiocircolatorio. Eppure alcuni ricercatori affermano come una piccola porzione di formaggio, pari a 40 gr, consumata regolarmente, sia in grado di ridurre il rischio di ictus e infarto. Questo grazie al loro apporto di vitamina A e B-12, oltre che calcio e zinco. Purtroppo questo non bilancia il fatto che i formaggi aumentino il colesterolo, quindi anche dal punto di vista del cuore, i formaggi andrebbero assunti con moderazione.