I fichi sono un delizioso frutto autunnale estremamente ricco di pectine, una fibra utilizzata come addensante naturale in grado di ridurre i livelli di LDL nel sangue, conosciuto anche come colesterolo cattivo.
Ricchi di vitamine e poveri di sodio, i fichi sono ottimi anche nella lotta contro l’ipertensione. Sono invece generalmente sconsigliati per chi soffre di diabete e glicemia alta, a causa del loro elevato grado zuccherino.
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Fichi e colesterolo, quale rapporto
I fichi sono un frutto composto all’80% di acqua, contenenti 74 kcal ogni 100 grammi di prodotto, corrispondenti all’incirca a 2 frutti. Il loro apporto calorico è quindi moderato, in più forniscono 19 grammi di proteine e numerosi sali minerali come potassio, magnesio, rame, manganese, calcio e ferro. I fichi apportano anche tante vitamine, soprattutto vitamina K, vitamina a, vitamina C e le preziose vitamine del gruppo B. In particolar modo vitamina B1 e B6. I fichi sembrano in grado di ridurre i livelli ematici di colesterolo totale.
Il potassio in essi contenuti aiutano a tenere sotto controllo la pressione del sangue.
Sono invece problematici per chi soffre di calcoli ai reni, in quanto contenenti ossalato di calcio, la cui cristallizzazione provoca coliche ed ostruzioni.
Fichi e glicemia, meglio evitare?
L’indice glicemico del fico non è particolarmente alto: 35 su una scala da 0 a 100, perciò non è impensabile consumarli in caso di diabete, ma meglio farlo all’interno di un pasto povero di carboidrati e ricco in proteine.
In generale si tratta di uno di quei frutti sconsigliati in caso di glicemia alta, ma con un po’ di attenzione non è necessario privarsene del tutto. Da evitare assolutamente i fichi secchi, in quanto il grado zuccherino in essi contenuto è molto più alto che in quelli freschi, e l’assenza di acqua alza anche il picco glicemico causato da questo frutto.