La primavera già ci fa sognare i primi frutti della bella stagione e, anche se c’è ancora da aspettare, le albicocche sono tra i primi frutti a maturare, subito dopo le ciliegie. Normale quindi iniziare a sentirne il desiderio: succose, fresche e dolci, le albicocche sono veramente invoglianti. Ma cosa succede a chi mangia albicocche con la glicemia alta? Questo frutto così dolce e quindi apparentemente molto zuccherino ha in realtà un indice glicemico di 30. Le albicocche quindi sono ammesse sulla tavola di un diabetico, vediamo il perché e quali fantastiche proprietà racchiude questo frutto.
Chiare, dolci e fresche… albicocche
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Le albicocche contengono 48 calorie ogni 100 gr di prodotto, con lo 0,4 di grassi e 0 colesterolo. Sono ricchissime di potassio (259 mg) indispensabile per la salute muscolare e per la corretta attività cardiaca. Apporta anche altri preziosi minerali, come magnesio, calcio e una piccola quantità di ferro. Le albicocche sono ricche di betacarotene e licopene, sostanze che proteggono la pelle, migliorano l’abbronzatura e soprattutto combattono lo stress ossidativo, aiutando le cellule a rigenerarsi. Sono anche un ostacolo al processo di aggregazione del colesterolo cattivo (LDL). Ma è proprio contro la glicemia alta che le albicocche danno il loro meglio. Appena 3 albicocche contengono infatti 3 gr di fibra, pari al 12% del fabbisogno giornaliero di questa sostanza, che è in grado di rallentare l’assorbimento degli zuccheri ed evitare picchi glicemici.
Proprietà generiche delle albicocche
Sempre grazie al loro apporto di fibre le albicocche sono utili nelle diete dimagranti: favoriscono il senso di sazietà ed evitano attacchi di fame. Sono remineralizzanti ed idratanti, migliorano l’aspetto della pelle e grazie alla ricchezza di antiossidanti contrastano i radicali liberi, minimizzando gli effetti dell’invecchiamento. Sembra inoltre che le albicocche forniscano minerali indispensabili alla produzione degli ormoni sessuali e che nell’antichità le donne cinesi le utilizzassero proprio per favorire la fertilità.