“Noi venezuelani in Italia siamo pochissimi, poi a Milano ancora meno, non arriveremo a mille!” Per questo quando abbiamo incontrato la giovane Maria Nuñez, originaria di Valencia in Venezuela, cuoca, pasticcera, grafica e musicista, non ce la siamo fatta scappare e le abbiamo chiesto tutto quello che potevamo sulla cucina del suo paese d’origine, in particolare sull’arepa venezuelana. Quello che abbiamo scoperto è un mondo vario e incredibile, che vi racconteremo oggi grazie a lei e al suo compagno panificatore Juan Carlos, dandovi anche la loro ricetta di una delle arepas più famose che ci siano, la Reina Pepiada. I due, infatti, che in Venezuela avevano un panificio e pasticceria Panes y Chocolates, oggi continuano il loro progetto gastronomico su Instagram con @gurrufiobakery, raccontando piatti e ricette tradizionali. Ma vediamo cosa sono le arepas e le arepere!
Le arepas sono dei piccoli panini tondi fatti con farina di mais giallo o bianco (perfetti quindi anche per i celiaci), cotti al forno o in padella e poi farciti con vari ingredienti. In Venezuela si mangiano ovunque, sempre e di continuo, in particolare a colazione o come pranzo al sacco da portare in spiaggia. “Sono il cibo più importante, economico e popolare che ci sia, tant’è che lo mangiano sia le persone più benestanti che quelle meno, proprio perché si tratta di un alimento con cui tutti i venezuelani si identificano tantissimo, ancor più del nostro piatto nazionale Pabellòn Criollo con riso, platano fritto, carne sfilettata e fagioli neri”.
In realtà, ci spiega Maria, le arepas sono presenti anche altrove, come ad esempio in Colombia o a Panama, così come un po’ in tutto il centro e sud America esistono preparazioni simili sempre a base di farina di mais. Ad esempio, in Messico ci sono le tortillas, che sono più sottili e i tacos che ne derivano restano aperti; in Argentina, invece, le empanadas che sono chiuse come un panzerotto, o ancora altrove, vengono più usate come pane di accompagnamento o farcite con altri ingredienti sopra. Ma quello che distingue l’arepa venezuelana sono la forma più spessa e la modalità di chiusura a panino, mentre negli altri Paesi, appunto, sono diverse.
Per preparare l’impasto dell’arepa, Maria ci assicura che va bene la farina di mais precotta firmata PAN. “In passato non c’era quella precotta, ci volevano almeno un giorno per fare le arepas!” Inoltre, ad aver rivoluzione questa preparazione, è stato anche il Tosty Arepa, un un apparecchio (simile a quello per fare i toast) dove si versa direttamente l’impasto e dopo esattamente 7 minuti è pronto. Quindi, oggi le arepas si trovano sia nelle case sia nelle arepere, che sono dei locali molto comuni dove ci sono una varietà infinita di gusti: “ce ne sono veramente migliaia!” Maria, ad esempio, le prepara anche colorate, aggiungendo nell’impasto di base carote, barbabietola, spinaci, zucchine o cavolo rosso a seconda della stagione. Tra le più comuni, c’è l’arepa classica con burro e prosciutto, poi quella con il formaggio queso llanero (tra gli ingredienti principali), o quella soprannominata Pelua, da pelo, capello per la carne di manzo sminuzzata molto fine che c’è al suo interno, condita con peperoni. Ma l’arepa per eccellenza in Venezuela è la Reina Pepiada, che ha una storia particolare legata a una Miss.
La Reina Pepiada è l’arepa più famosa che ci sia in Venezuela. E il suo nome è legato a un evento in particolare, che l’ha resa una vera e propria icona della gastronomia locale. È successo nel 1955, quando la venezuelana Susana Dujim vinse Miss Mondo. In suo onore, nell’arepera Los Hermanos Alvarez di Caracas le avevano fatto un piccolo omaggio, una sorta di altare con qualche foto, fino al giorno in cui, increduli, i proprietari non videro entrare proprio lei in persona nel loro locale. Allora, per l’occasione decisero di dedicarle un’arepa particolare, con straccetti di pollo sminuzzato, avocado e maionese, chiamata così da reina, cioè “regina” e pepiada che invece si usa per indicare le belle ragazze formose. Questa arepa diventò talmente importante che le dedicarono persino una canzone, intitolata proprio “Reina Pepiada” del cantante rapper Álvaro Díaz.
Maria ne prepara una sua versione di cui segue la ricetta, dove sostituisce la burrata alla maionese. Ma ci assicura: “ormai la Reina Pepiada si è diffusa talmente tanto, sia nelle case che nelle arepere, che ci sono tantissime versioni differenti a seconda dei gusti personali; ad esempio si può fare anche vegetariana senza pollo”. Quello che invece non cambia mai è l’abbinamento con il papelon, una bevanda venezualana con acqua, limone e zucchero di canna, tutto bollito a lungo e poi fatto raffreddare. Ci sono anche delle arepas dolci che si fanno con questa bevanda, messa direttamente nell’impasto insieme all’anice e poi fritte. Dunque, non vi resta che mettervi alla prova con la preparazione di questo semplice e gustoso piatto venezuelano!
Ingredienti per 4 persone
Procedimento
Ma delle arepas non si butta via niente! Se vi dovessero avanzare, infatti, nessun problema, come ci dice Maria: di solito, quelle che restano si tagliano a metà, si bagnano con un po’ di uova e farina e si friggono. E vedrete che bontà!
Ne avevate mai sentito parlare?
L’articolo Cosa sono le arepas, le focaccine più famose del Venezuela sembra essere il primo su Giornale del cibo.
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