Oggi si sente spesso parlare -o addirittura discutere animatamente- dell’alimentazione senza glutine, additata come moda da chi non conosce minimamente il problema. E’ pur vero che molti scelgono questo tipo di dieta appunto come tale, senza averne effettiva necessità, credendo che sia vantaggioso per la salute. In realtà in glutine, se assunto con moderazione, è utile al nostro organismo e apporta alcuni importanti nutrienti. Questo non vale per un soggetto celiaco, per cui l’assunzione di glutine è estremamente dannosa. Una volta scoperto di soffrire di celiachia è importante evitare ogni sgarro o possibile contaminazione. L’assunzione di glutine infatti comporta un’infiammazione cronica della mucosa intestinale.
I sintomi dell’assunzione -volontaria o meno- di glutine in un soggetto celiaco sono vari e diversi. Possono contemplare il mal di pancia, mail di testa, crampi addominali, diarrea o stitichezza, dispepsia e spossatezza. Purtroppo la celiachia può essere anche asintomatica, il che spesso fa tardare la diagnosi, ma non vuol dire che nel frattempo non stia continuando a danneggiare l’organismo. Le cause a lungo termine della celiachia variano anch’essi. Possono riguardare ritardi nella crescita, causare diabete o ipotiroidismo, dermatiti, infertilità e persino essere causa di tumori intestinali. Si tratta di una malattia autoimmune, che può scatenarsi anche da un certo punto in avanti, quindi aver sempre mangiato glutine non è una garanzia.
Purtroppo non ci sono “antidoti” all’ingestione di glutine volontaria o meno, ne esistono cure per la celiachia. L’unica è cercare di prevenirla, prestando particolare attenzione alle contaminazioni e rivolgendosi a locali appositi quando si sceglie di mangiare fuori. Una cosa che si può fare dopo aver ingerito glutine involontariamente è mantenersi molto idratati, bevendo molta acqua, che può aiutare a disintossicarsi, ancor più se si verifica vomito, che contribuisce alla disidratazione. Esiste comunque una minima tolleranza al glutine anche per i soggetti celiaci, che è di 10 mg al giorno, equivalenti a ca. a 4 fette di pane, a fronte di un consumo medio di 15-20 mg al giorno.
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