La carne è un alimento particolarmente delicato: i casi di stafilococchi e salmonelle dovuti al consumo di carne sono migliaia ogni anno solo in Italia. Il rischio è presente persino quando la carne è fresca, speso per errati modi di conservazione. Basta lasciare delle fettine di carne su un ripiano della cucina in estate perché in breve tempo i batteri prolifichino sulla sua superficie. A volte è sufficiente una buona cottura per eliminarli, ma non sempre. I batteri aumentano esponenzialmente a seconda del tempo e della temperatura. La prima cosa da fare per mettersi al riparo da questi rischi è verificare sempre dall’etichetta che la carne acquistata non sia scaduta, e conservarla sempre in frigo, ben sigillata e lontana da possibili contaminazioni (oltre evitare che a sua volta contamini altri alimenti). Ma cosa succede se mangi carne andata a male?
Carne andata a male, i consigli del tecnologo per evitare rischi per la salute
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I rischi più comuni del consumo di carne andata a male sono la gastroenterite o uno e più dei suoi sintomi. Si tratta di nausea, vomito, dolore allo stomaco e diarrea, sintomi che di solito si risolvono spontaneamente in alcuni giorni o, nel caso della gastroenterite, che richiedono l’assunzione di farmaci per cui è necessario il consulto medico. Questi prescriverà gli antibiotici più adatti e, in caso di grave disidratazione dovuta al vomito e alla diarrea, potrebbe prescrivere la reidratazione forzata tramite flebo. Ma il rischio non è solo quello legato alla carne scaduta. Anche errori di manipolazione, conservazione e cottura possono esporre a gravi rischi.
Quali regole osservare quando si acquista e consuma carne
L’errore più comune è acquistare carne e trasportarla in auto con elevate temperature. Un altro errore è quello di conservare la carne a contatto con alimenti particolarmente rischiosi, come le uova o le verdure crude non ancora lavate. Anche toccare la carne con le mani non perfettamente pulite o poggiarla su superfici non igienizzate espone al rischio di stafilococco aureo, le cui tossine sono resistenti al calore. Dunque la cottura non mette al riparo da tossinfezioni da stafilococco. Un altro errore è quello di conservare la carne cotta e poi scaldarla brevemente o farlo nel microonde. La carne cotta è maggiormente soggetta all’attacco dei batteri e alla loro azione, proprio perché precedentemente “sterilizzata” dalla cottura. La carne cotta richiede di essere scaldata almeno ad 80° per alcuni minuti affinché il calore arrivi al cuore del prodotto.