L’aceto è considerato un condimento, per alcuni piacevole, per altri insopportabile. Raramente ci sono vie di mezzo. Esistono diversi tipi di aceto: di mele, di vino, di patate, persino di birra e kombucha. Ma questo condimento ha delle calide proprietà nutrizionali, per cui vale la pena conoscerlo meglio. La storia dell’aceto è lunga 10.000 anni, e da subito è stato considerato un prezioso alleato della salute. Si tratta di un prodotto ottenuto dalla doppia fermentazione di un prodotto contenente zucchero o amidi, grazie allo sviluppo di Acetobacter, riproducibili anche in maniera casalinga grazie ad un semplice pugno di pasta secca. L’aceto vanta numerose proprietà, grazie alla ricchezza di polifenoli, di acidi organici e di melanoidine, che conferiscono a questo prodotto valide proprietà battericide. Ma l’aceto fa bene o male? Ecco la risposta.
Aceto: incredibile alleato della salute
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Grazie all’impegno di Koch e Pasteur tutte le ipotesi che consideravano l’aceto un potente battericida sono state confermate. Oggi sappiamo che le sue sostanze sono in grado di penetrare le membrane cellulari dei batteri, distruggendoli. L’acido acetico è quindi in grado di impedire lo sviluppo di batteri letali come lo Staphilococcus aureus, il Bacillus cereus, l’Escherichia Coli, il Vibrio parahaemolythicus e alcuni ceppi di salmonelle. Inoltre consumato regolarmente l’aceto ha effetti stimolanti sul metabolismo sia glucidico che lipidico, oltre che sul controllo dell’aumento di peso corporeo. L’impiego di 2 o 3 cucchiai da tavola di aceto riduce la risposta glicemica e insulinemica conseguenti al pasto. L’aceto può quindi essere impiegando per ridurre l’indice glicemico di alimenti particolarmente ricchi di amido e generalmente sconsigliati, come le patate.
Proprietà e vantaggi dell’aceto
L’aceto è in grado di aumentare il senso di sazietà e aiuta il corpo a bruciare più energia. Favorisce l’assorbimento del calcio a livello intestinale. L’importante è scegliere aceti di buona qualità, indipendentemente dalla materia prima con cui sono stati ottenuti. Gli aceti più commerciali hanno un basso contenuto di acido acetico. Soprattutto nella preparazione di conserve questo dato fa la differenza: se si usano aceti scarsi meglio cuocere le verdure da conservare in una soluzione con metà vino e metà aceto, invece che una comune soluzione di acqua e aceto.