HomeSaluteIl ginseng fa bene? Scopriamolo insieme

Il ginseng fa bene? Scopriamolo insieme

Con la parola ginseng si intendono ben 11 varietà appartenenti alla famiglia delle Araliacee, utilizzata da millenni in medicina cinese. Il nome ginseng deriva dalla parola cinese renshenh che significa uomo. Probabilmente in riferimento all’aspetto vagamente antropomorfo della radice di queste piante. Questa pianta trovava tradizionalmente impiego contro disturbi gastrointestinali ed invecchiamento precoce. Inoltre aveva la fama di essere afrodisiaco ed energizzante. Il ginseng sembra avere proprietà contro il diabete mellito di tipo 2, contro l’ipotensione, la gastrite e, stranamente, anche contro l’insonnia. Inoltre aiuta a combattere affaticamento e stress.

Le tante proprietà del ginseng

Le numerose proprietà del ginseng sono spiegabili con il suo alto contenuto di antiossidanti e probiotici, che rendono il ginseng un valido antipiretico, un radioprotettivo e un ottimo antinfiammatorio. Migliora la memoria grazie al suo apporto di fosforo, ed aiuta a combattere i sintomi della menopausa. Il ginseng apporta vitamina C e vitamine del gruppo B, magnesio, calcio, ferro, polisaccaridi e saponine. Inoltre il ginseng rafforza il sistema immunitario ed induce la liberazione del cortisolo, agendo sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, contribuendo a migliorare la risposta all’affaticamento sia fisico che mentale. Il ginseng ha proprietà ipoglicemizzanti grazie ai suoi principi attivi in grado di favorire la sintesi pancreatica di insulina.

Ginseng: solo aspetti positivi o anche controindicazioni?

Fin ora sembra si stia parlando di una pianta miracolosa, ma attenzione a non abusarne. Un consumo eccessivo di ginseng può causare insonnia, nausea, orticaria, diarrea e mal di testa. Soggetti predisposti all’emicrania dovrebbero evitare di consumare ginseng. Può causare anche ipertensione, palpitazioni oltre a tensione o dolore mammario.  Inoltre anche se rara è sempre possibile una manifestazione allergica. Inoltre è da evitare in caso di ansia ed insonnia, in chi soffre di ulcere duodenali e in chi è sotto trattamento con anticoagulanti o psicofarmaci.

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