Le pesche sono un dolcissimo frutto della stagione estiva. Originarie della Persia, da cui prendono appunto il nome della specie (Prunus Persica). In Cina sono note come simbolo di immortalità e coltivate per la loro meravigliosa fioritura. In Egitto la pesca rappresentava il silenzio e l’infanzia, da cui ancora oggi proviene il detto “pelle di pesca” per indicare il viso dei bambini o di chi ha un volto particolarmente giovanile. Le pesche sono digestive e vermifughe, ed apportano quindi numerosi benefici all’apparato digerente e al tratto gastrointestinale. Grazie al loro contenuto di fibre infatti le pesche contribuiscono alla regolarità. Per lo stesso motivo, mangiare pesche è di grande aiuto contro alcune patologie.
Proprietà delle pesche ed effetti sul colesterolo
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Le pesche sono altamente idratanti, remineralizzanti e diuretiche. Aiutano la depurazione del nostro organismo e migliorano la circolazione sanguigna. Sono povere di grassi e di calorie e, fornendo contemporaneamente sia fibre che acqua, inibiscono l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale. Questi due elementi infatti, se uniti, formano un gel in grado di rivestire l’intestino e inglobare il colesterolo, favorendone l’espulsione. Le pesche sono un’ottima fonte di vitamina A e di antiossidanti, utili a contrastare l’invecchiamento e proteggere la pelle, soprattutto nei mesi estivi.
Pesche, glicemia e quantitativo giusto da consumare la sera
Contrariamente a quanto di sente spesso affermare, non ci sono controindicazioni nel mangiare frutta la sera e non esiste un frutto più o meno “pesante”. L’importante è regolarsi con la quantità. In assenza di particolari patologie è possibile consumare 150/200 gr di frutta al giorno, anche con il colesterolo alto. Nel caso di glicemia alta, invece, meglio ridurre il quantitativo a 100 gr. Anche se le fibre contenute nelle pesche sono di aiuto nel regolare la glicemia, contengono comunque un discreto quantitativo di zuccheri, per cui è meglio limitarsi.