Il caffè è una delle bevande più amate, entrata ormai nell’immaginario come ideale per dare la carica, aiutarci al risveglio e perfetta per fornire un momento di pausa. Nonostante la crisi, uno dei pochi prodotti che non risente del calato potere di acquisto è proprio il caffè, segno che ben pochi italiani sono disposti a rinunciarvi. Il caffè è oramai, a tutti gli effetti, una coccola. Ma anche un gesto per condividere e un modo per ritagliarsi del tempo per se. Ma si può bere caffè in caso di patologie pregresse? Cosa succede a chi beve caffè co ipertensione e glicemia alta? Incredibile
Caffè ed ipertensione, qual è il rapporto
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Il caffè è una bevanda eccitate, principalmente a cause della caffeina, ma non solo. Tende quindi a rendere le persone più attive, ma anche nervose. Il corpo risponde a questi impulsi tendendosi, preparandosi alla reazione e quindi anche la pressione rischia di alzarsi. Cosa fare dunque in caso di ipertensione? Consapevoli della reazione del corpo alla caffeina, tra cui quello di ritardare il sonno -poiché il caffè agisce sul ritmo circadiano presente nel nostro organismo- è importante almeno ridurre i caffè che consumiamo ogni giorno. L’ideale con l’ipertensione sarebbe di eliminare del tutto il caffè dalle nostre abitudini.
Caffè e glicemia alta
Sembra che il caffè causi glicemia alta, soprattutto se bevuto alla fine dei pasti. Questo problema può essere ovviato limitando i caffè che consumiamo a determinati orari della giornata, ad esempio al momento degli spuntini e, appunto, nei momenti di pausa. Il quantitativo massimo di caffè è di ca. 3 tazzine al giorno, da non superare per evitare la reazione avversa a quella classica. Se bevuto in eccesso infatti il caffè anziché svegliare può causare anche gli effetti opposti, causando sonnolenza ed abbattimento. In ogni caso, per tenere a bada la glicemia alta, meglio non zuccherare il caffè. O al massimo scegliere di farlo con la stevia.