L’uva è uno dei frutti più antichi che l’uomo ha selezionato secondo le proprie esigenze, iniziando a creare numerose varietà ottenute da ibridazione volontaria o casuale. Esistono oramai centinaia di cultivar, che si dividono principalmente in bianca e nera, da tavola o da vino. Il frutto dell’uva è particolarmente energetico, buona per la salute di tutti ma sconsigliata in caso di diabete. L’indice glicemico dell’uva è 45, considerato abbastanza alto. Ma cosa succede a chi mangia 50 gr di uva nera per il cuore, il fegato e la glicemia?
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Cuore e uva, che bel rapporto
L’uva è un frutto molto salubre che apporta benefici a varie parte del corpo, tra cui fegato, reni, intestino, che traggono beneficio dalla sua ricchezza di minerali e vitamine. L’uva nera è soprattutto ricca di polifenoli, dei preziosi antiossidanti in grado di prevenire l’invecchiamento e proteggere la pelle. I polifenoli riducono lo stress ossidativo e stimolano la rigenerazione cellulare, oltre a spegnere gli stati infiammatori, riducendo così la sintomatologia di patologie come l’artrite o i reumatismi. I polifenoli sono concentrati soprattutto nella buccia, quindi attenzione a non eliminare questa parte del frutto. L’uva è anche in grado di migliorare l’assorbimento del calcio, a tutto beneficio delle ossa ma non solo. Questo minerale infatti è prezioso anche per il cuore. L’uva nera inoltre riduce il colesterolo cattivo e fluidifica il sangue.
Uva e glicemia, come regolarsi
Grazie alle sue proprietà stimolanti dirette al fegato e alla sua capacità di spegnere l’infiammazione, l’uva è in grado anche di prevenire l’obesità. Un moderato apporto di uva può aiutarci a mantenere la linea, grazie all’azione della vitamina C, del manganese e degli antiossidanti apportati dall’uva. Questo frutto aiuta anche a prevenire una patologia nota come fegato grasso. Grazie alla sua ricchezza di resveratrolo l’uva aumenta anche la sensibilità all’insulina, ma resta comunque un alimento sconsigliato in caso di diabete per via del suo alto grado zuccherino.