Il latte è un alimento presente in molte case, praticamente un’abitudine in tanti casi. Pur non essendo essenziale all’alimentazione umana – siamo l’unica specie che prosegue a consumare latte dopo lo svezzamento- il latte continua ad essere considerato un buon alimento in quanto fonte di calcio a basso costo. Anche se questo minerale, per essere fissato nelle ossa necessita della compresenza di vitamina D. In ogni caso, quale che sia il motivo per cui consumate latte -per salute, per gusto, per abitudine- davanti allo scaffale vi sarete chiesti se optare per quello parzialmente scremato o quello intero: quale latte preferire?
Differenze tra latte intero o scremato
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Il latte è il prodotto della mungitura di mammiferi. Quello reperibile in commercio è generalmente di pecora o, principalmente, vaccino, cioè di mucca. Il latte ha calorie variabili a seconda che sia scremato o intero, e queste vanno dalle 35 alle 65 kcal ogni 100 gr di prodotto. Il latte scremato è nato proprio per offrire un prodotto qualitativamente molto simile ma con minori calorie e grassi, che nel latte sono prevalentemente saturi. Anche il colesterolo è maggiormente presente in quello intero rispetto che in quello scremato. Quale scegliere dunque? In realtà la differenza è importante solo in caso di patologie pregresse e, in assenza di colesterolo e non dovendo badare alle calorie, i due latti si equivalgono.
Proprietà generiche del latte
Entrambi i latti presentano altrimenti le stesse caratteristiche sotto il punto di vista nutrizionale. Il latte p sempre ricco di vitamina B2, o riboflavina. La vitamina A è invece maggiormente presente nel latte intero, mentre sono equivalenti le altre vitamine del gruppo B e i sali minerali, rappresentati soprattutto da calcio e fosforo, due elementi parimenti essenziali per la salute delle ossa. Ma il latte contiene anche magnesio, cobalamina e sodio (44 mg) mentre è totalmente assente il ferro. Il latte è ricco anche di microelementi come zinco e selenio.