I fagioli non sono un alimento generalmente consigliato in caso di diabete. Di solito vengono scartati insieme a pasta, pane e patate. In realtà non c’è nessuna ragione per eliminarli: i fagioli hanno un basso indice glicemico, e possono essere consumati senza problemi da chi ha problemi di glicemia, a patto di non esagerare: la dose consigliata è di 30 gr di fagioli secchi o di 100 gr di quelli freschi, anche se questa dose può variare da persona a persona. Ecco quando è meglio consumarli secondo l’antica saggezza popolare, che spesso viene confermata da studi scientifici.
Fagioli a pranzo, una buona scelta
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Molti pensano che i fagioli non siano l’ideale se si soffre di diabete, invece presentano un buon contenuto proteico e sono più tollerabili della carne, ricca di grassi saturi che non aiutano in nessuno caso. La stessa American Diabetes Association consiglia ai propri assistiti di consumarli durante tutta la settimana tranquillamente, partendo però da quelli secchi o scegliendo prodotti in scatola privi di sodio.
Il loro elevato contenuto di amido fa si che i livelli di glicemia nel sangue restino costanti, regolando l’assorbimento.
Il trucco della nonna per mangiare fagioli nel momento migliore
A mitigare l’assorbimento degli zuccheri è anche il loro prezioso contenuto di fibre. Queste sostanze favoriscono il senso di sazietà impedendo altresì abbuffate sulla spinta di attacchi di fame improvvisi. I cibi ricchi di amido limitano il rischio di ipoglicemia in caso di trattamento con sulfonamidi o insulina. Ovviamente nessun cibo è in grado da solo di fare miracoli, ed è importante consumare fagioli all’interno di un piano alimentare corretto. Il consiglio della nonna però è sempre stato di consumare i fagioli a pranzo, ben cotti e reidratati da abbondante acqua, così che gli amidi resistenti si espandano, rallentando l’assorbimento degli zuccheri.