Il caffè rappresenta la croce e la delizia di molte persone: chi non può farne a meno, chi ne è addirittura dipendente. Ma anche coloro a cui basta un solo caffè per agitarsi e parlare a macchinetta, o trovarsi impossibilitato a dormire.
Il caffè è costituito da una sostanza attiva, chiamata caffeina, un alcaloide naturale in grado effettivamente di causare non poche interazioni con il nostro corpo, se non addirittura scompensi.
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Quanta caffeina si può consumare?
E’ sufficiente superare la dose di 1,2 gr per provare su se stessi gli effetti collaterali della caffeina. Stati d’ansia, irrequietezza, insonnia, agitazione e tremori, oltre ad un incontrollato flusso di pensieri e parole sono gli effetti tipici.
Dosi superiori ai 10 grammi possono risultare persino letali.
D’altra parte il motivo per cui è tanto amata è proprio la sua capacità di agire sul sistema nervoso centrale stimolandolo e mantenendolo vigile e sentire meno la stanchezza.
Per fortuna i suoi effetti non danno accumulo, e la caffeina viene smaltita dal nostro corpo ogni circa 4 / 6 ore. Anche se questo tempo andrebbe stimato sul singolo soggetto, dato che non esistono due organismi che rispondano alla stessa identica maniera.
Cosa succede bevendo caffè tutti i pomeriggi?
Oltre i possibili disturbi connessi alla quantità di caffè, bisogna considerare che la caffeina aumenta l’acidità di stomaco. E’ bene limitarla al massimo o evitarla in caso di reflusso gastroesofageo.
Superare le 5 tazzine di caffè inoltre potrebbe avere un effetto inibente anziché eccitante. Vanificando così il maggior beneficio per cui il caffè viene di solito consumato.
Dati i tempi in cui il caffè viene elaborato e smaltito dal nostro organismo, l’ideale sarebbe bere la nostra ultima tazza di caffè entro mezzogiorno, così da non inficiare il riposo notturno.