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Camilla e Luca hanno rivoluzionato la loro vita, si sono licenziati a 28 anni, si sono calati nel cuore della filiera agroalimentare italiana per realizzare qualcosa di concreto contro gli sprechi alimentari. Prende avvio così, tra il 2017 e il 2018, l’avventura di Bella Dentro, molto più di un progetto che mira a dare nuova vita a frutta e ortaggi che verrebbero buttati: si tratta di una vera e propria piccola filiera alternativa dove cibi “brutti” (ma buoni, naturalmente) vengono venduti, trasformati e – in futuro – anche cucinati. A raccontarci la storia di Bella Dentro, come ha preso avvio questa piccola rivoluzione green e quali sono i sogni per il futuro, è proprio Camilla, co-founder del progetto.
Bella Dentro: com’è nato il progetto che dà nuova vita a frutta e verdura troppo brutta per essere venduta
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Nel 2017, il National Geographic ha pubblicato un lungo reportage che descrive e denuncia gli sprechi alimentari lungo l’intera filiera del food negli Stati Uniti e in Europa. Camilla e Luca, milanesi, avevano 28 anni e, in quel momento, avevano un contratto stabile in due realtà molto vicine ai loro sogni, ma leggendo quell’inchiesta si è accesa una lampadina. “Ci ha colpito il fatto che molto cibo andasse sprecato già nel momento della raccolta: addirittura un terzo della frutta e della verdura viene scartato per criteri estetici. È un motivo che non c’entra nulla con il gusto, anzi. Da qui l’esigenza di fare qualcosa, ci siamo licenziati prima ancora di avere un’idea concreta in mano.”
Camilla ci racconta che quella che può sembrare incoscienza è stata, per loro, una priorità chiara: era fondamentale, prima di tutto, conoscere più da vicino la filiera in Italia, verificare quello che avevano letto sulla rivista e capire che cosa potesse essere costruito. “Ci siamo trasferiti in Emilia-Romagna, il ‘frutteto d’Italia’ per ettari coltivati e varietà, e abbiamo trascorso alcuni mesi facendo gli operai volontari, lavorando da ‘infiltrati’ in alcune cooperative, visitando stabilimenti giganti e incontrando contadini. Volevamo capire come funzionasse nel concreto la filiera con un focus sulla gestione dello spreco.”
Quello che i due giovani hanno scoperto è che anche in Italia ingenti quantità di frutta e verdura venivano scartate per fattori estetici e che questo aveva un impatto negativo anche sugli agricoltori stessi, che non riuscivano a vendere tutto ciò che producevano. Così, nel 2018, è nato il progetto Bella Dentro. Camilla e Luca hanno, infatti, creato una rete logistica sul territorio e iniziato ad acquistare prodotti “brutti” a un prezzo equo direttamente dai produttori per rivenderli a un costo adeguato, spesso più basso di quello dei supermercati, direttamente ai consumatori. L’obiettivo è creare una vera e propria filiera alternativa senza sprechi che parta dal campo per arrivare alla tavola, in cui ogni passaggio è garantito, trasparente e rispettoso della “bellezza interiore” (e quindi del gusto) dei prodotti.
Dall’Ape Bella Dentro al primo negozio a Milano
“Per un anno e mezzo abbiamo girato tutta Milano con la nostra Ape car, ricoperta di un manto d‘erba, per vendere questa frutta e verdura. Era fondamentale poter raccontare la storia dietro a questi scherzi della natura e, soprattutto, capire se ci fosse qualcuno disposto a comprarli” ricorda Camilla, ripensando alle giornate passate on the road. Le persone, inizialmente incuriosite dal mezzo, si avvicinavano, ascoltavano e, soprattutto, assaggiavano i prodotti “belli dentro”, trasformandosi in clienti.
Bella Dentro iniziava a ingranare, e allora Camilla e Luca hanno abbandonato l’Ape per aprire un negozio a Milano. L’inaugurazione è stata lo scorso ottobre, rimandata di alcuni mesi a causa dell’emergenza Covid-19, ma i due già immaginano di allargarsi nel 2021 con un altro negozio. “L’obiettivo” spiega la co-founder, “è di agire sempre di più contro gli sprechi e, quindi, salvare sempre più frutta e verdura. Con la stessa idea in mente abbiamo realizzato anche una linea di prodotti trasformati.”
Conserve, ortaggi essiccati e altri trasformati per ridurre gli sprechi
Per i promotori di Bella Dentro il momento in cui, nel 2020, è stato possibile presentare la prima linea di trasformati rappresenta una svolta. “Il progetto ha due obiettivi: dare il giusto valore a prodotti che oggi sul mercato non ne hanno (ingiustamente) e salvare sempre di più senza generare a nostra volta spreco di ciò che è fresco e reperibile.” La produzione di conserve, sughi e marmellate risponde proprio a quest’ultima esigenza, perché permette di acquistare ancor più prodotti esteticamente inadatti alla vendita tradizionale per farne qualcosa che possa essere venduto con continuità, con una data di scadenza meno prossima e anche online sul sito di Bella Dentro. “Di fatto, compriamo il doppio rispetto a prima: metà va in negozio per la vendita e metà direttamente in laboratorio. Mentre l’invenduto viene donato alle associazioni benefiche del nostro quartiere, sempre nell’ottica di abbattere ogni possibile spreco.”
Anche il laboratorio dove vengono trasformate le materie prime non è frutto del caso. “Le cose semplici non ci piacciono proprio” sorride Camilla, che racconta di come i prodotti Bella Dentro vengano realizzati dalla Cooperativa Sociale L’Officina di Codogno che forma e impiega ragazzi e adulti con autismo e gravi ritardi cognitivi. “Ci piaceva l’idea che a trasformare i nostri ortaggi ‘belli dentro’ fossero persone ‘belle dentro’, superando insieme i pregiudizi su ogni tipo di diversità”.
Oltre ai trasformati classici, Bella Dentro propone anche una selezione di frutta e verdura essiccata e disidratata. Una tecnica che permette di non utilizzare altri ingredienti per la preparazione, agendo ancora una volta sullo spreco alimentare, che è adatta a trattare sia la frutta sia la verdura e che non nasconde il difetto di una zucchina troppo grande o di una mela che ha preso la grandine.
Il sogno di Bella Dentro? Un bistrot per poter accompagnare i clienti in ogni momento della giornata
Camilla e Luca non vogliono nascondere ciò che rende i loro prodotti troppo “brutti” per essere venduti nei supermercati. “È fondamentale raccontare che da noi trovi solo cose brutte per un motivo e non per errore. E ci siamo accorti che quando ricordi alle persone che devono mangiare la frutta e non fotografarla, hai vinto la prima resistenza.” Resta la difficoltà di andare oltre all’apparenza, e i ragazzi di Bella Dentro ce la mettono tutta per scardinare le certezze dei clienti e dei consumatori. “Noi non diciamo che il cibo brutto è più buono, noi ci occupiamo di spreco: salviamo la frutta e la verdura che rischia di essere buttata evitando che il cibo buono finisca nel cestino.”
Per ora l’avventura della coppia sembra funzionare, tant’è che non mancano sogni e progetti per il 2021 e anche più in là. “Quest’anno vorremmo aprire un secondo negozio e ampliare la proposta di trasformati, cercando anche altre cooperative sociali da inserire nella nostra filiera. E proprio perché vorremmo arrivare a tutti gli step, il sogno è aprire un piccolo bistrot dove cucinare i nostri prodotti. L’idea è accompagnare chi lo desidera in ogni momento della giornata: a casa cucini ciò che hai comprato in negozio, a scuola o al lavoro puoi fare una pausa con la frutta essiccata, e in pausa pranzo o a cena puoi venire direttamente da noi a mangiare i prodotti Bella Dentro.” Il sogno è, quindi, quello della normalità, di abituarci a consumare anche i cibi che spesso vengono buttati ancor prima di arrivare sui banchi del supermercato. E veder crescere ancora di più il numero di kg – a ottobre erano 54.372 – di alimenti salvati.
Conoscevate già questo progetto?
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L’articolo Frutta e verdura “Bella dentro”: un progetto che combatte gli sprechi ortofrutticoli sembra essere il primo su Giornale del cibo.